La mia idea di turismo
Occuparmi di viaggi e turismo è la mia professione, oltre che la mia passione. È un privilegio fantastico che comporta però delle responsabilità.
Il viaggio è un modo per evadere dalla routine quotidiana, connettersi con altre realtà, rivedere le proprie priorità. Il viaggio è scoperta, avventura e riposo, oltre che una fonte di sostentamento per tante persone e comunità, me compresa!
Negli ultimi dieci anni l’economia attorno al turismo è completamente cambiata, così come sono cambiate le città che accolgono turisti e quelle che hanno cominciato ad accoglierne.
Le persone viaggiano molto più che in passato perché viaggiare (per una fascia della popolazione mondiale) è divenuto molto più semplice ed economico: le mete si sono globalizzate, le compagnie aree low cost hanno reso accessibile il trasporto aereo a molte più persone e la digitalizzazione ha portato alla nascita delle piattaforme per gli affitti brevi e a prodotti turistici sempre più complessi.

Questo aumento così importante fa sì che le destinazioni più amate dai turisti siano sempre più affollate. Traffico, difficoltà ad accedere a musei ed attrazioni turistiche, centri storici congestionati, file e ancora file ovunque: questi sono solo alcuni degli effetti che visitatori e residenti di località turistiche subiscono e contro i quali hanno anche iniziato a protestare. Quotidiani, video e contenuti social ci propongono ormai quotidianamente approfondimenti sul tema e immagini di proteste anti-turismo in molte città, soprattutto europee: Venezia, Palma di Maiorca, Parigi, Barcellona, Dubrovnik, Bologna ecc..La stessa parola “turismo” sta assumendo una accezione negativa!
A questo fenomeno si è dato un nome ben preciso: overtourism ( o iperturismo in italiano).
Ma cos’è l’overtourism?
OVERTOURISM
Secondo l’UNWTO è “l’impatto del turismo su una destinazione, o parti di essa, che influenza eccessivamente e negativamente la qualità della vita percepita dagli abitanti e/o la qualità delle esperienze dei visitatori”.
Con l’overtourism questo impatto supera una particolare soglia che non riguarda solo il numero di persone che visitano un luogo ma anche aspetti ecologici, sociali, economici, psicologici e politici.
La natura e le cause di questo problema sono varie e sono ancora oggi molto discusse: si va dalla concezione della città come “attrazione” da parte delle sue amministrazioni, alla mancanza (a volte strategica) di politiche mirate a controllare il fenomeno turistico, fino alla volontà di speculare su di esso.
TURISTIFICAZIONE
L’altra parola di cui sente sempre più spesso parlare è TURISTIFICAZIONE, cioè tutte quelle trasformazioni economiche, sociali e urbanistiche date dal sovraffollamento turistico. Quando il tessuto economico e sociale della città inizia a cambiare a causa del turismo gli effetti possono essere molto dannosi perché lo spazio della città muta per adattarsi ad accogliere sempre più turisti.. Le conseguenze possono essere molteplici: meno disponibilità di alloggi per i residenti per il proliferare degli affitti brevi tramite piattaforme; spopolamento dei centri storici; gentrificazione dei quartieri più o meno periferici; aumento dei costi degli affitti e della compravendita di immobili; chiusura di attività per residenti a favore di attività economiche per i turisti; abitanti temporanei privi di qualsiasi legame sociale e forma di appartenenza nei confronti della città; domanda per lavoratori poco qualificati, precari e con redditi medio-bassi; vulnerabilità alle crisi.
Un altro aspetto riguarda il legame tra industria turistica e cambiamento climatico: il turismo contribuisce al riscaldamento globale da un lato e subisce i cambiamenti climatici dall’altro.
Turismo responsabile?
Il turismo responsabile è un approccio al turismo caratterizzato da una doppia preoccupazione per il luogo in cui ci si reca, sia ambientale che sociale.
« Turista responsabile è quello che è consapevole delle conseguenze delle proprie azioni ed è disposto a modificarle se si rende conto che sono negative»1.
Questa forma di turismo è vista come possibile alternativa al turismo di massa e al fenomeno dell’eccessiva turistificazione perché meno impattante e più attenta alle esigenze dei territori che si visitano.
Ma è davvero possibile un turismo sostenibile? Si può essere turisti responsabili?
Secondo alcuni studiosi sì, secondo altri questo è impossibile senza un mutamento radicale e profondo che vada oltre il nostro singolo modo di viaggiare.
«Ovviamente pensare che sia il comportamento dei turisti a rendere il turismo responsabile o sostenibile è una narrazione di comodo, fondamentalmente utopistica, dato che c’è bisogno di interventi radicali. L’impatto di ogni singola persona o famiglia che viaggia è piuttosto ridotto. Il fatto è che bisogna moltiplicarlo per numeri importanti: in questo senso il turismo è un’attività leggera e vacanziera che ha l’impatto di una raffineria»2.
La responsabilità della gestione dei flussi turistici e delle conseguenze negative per la cittadinanza locale ricade in larga parte sulle amministrazioni locali, sui governi e sull’industria del turismo.
Negli ultimi anni alcune amministrazioni comunali hanno emanato ordinanze che vietano ai turisti di consumare pasti negli spazi pubblici. In altre destinazioni sono stati installati tornelli per regolare l’accesso al centro cittadino, o viene richiesta una tariffa di ingresso . Questo però rischia di trasformare le città in parchi a tema, accentuando in realtà il processo di turistificazione e rendendo il turismo poco democratico perché dipendente dalla capacità di spesa dei turisti.
Bisognerebbe invece fare scelte politiche strutturali, riflettere su “una distribuzione più armonica delle presenze e una gestione più ecologica degli spazi del tempo libero”3, impostare una crescita turistica che non superi la sua capacità di carico, che non danneggi la destinazione e che possa portare benefici sul lungo periodo, non solo i soldi facili dell’immediato. Occorre ridurre il numero di posti letto disponibili per i turisti, limitare l’attracco delle navi da crociera, limitare la mobilità aerea sostituendola con altre forme di trasporto meno inquinanti e impattanti, gestire le presenze in base al mezzo di trasporto utilizzato, promuovere una destinazione in periodi meno sollecitanti, riportare i residenti a vivere e frequentare i centri storici e il loro patrimonio storico-artistico. In una parola ripensare il turismo in chiave ETICA.
E noi cosa possiamo fare?
Viaggiare è bello e a meno di scelte drastiche è possibile, da turista responsabile, o meglio, consapevole, adottare comportamenti ed approcci per far proprie le riflessioni che abbiamo visto fino ad ora. Il Center for Responsible Travel (CREST) ha per esempio pubblicato una lista di buone pratiche che si possono adottare e che si possono vedere QUI.
Alcuni consigli utili per viaggiare in modo più consapevole:
Se puoi opta per viaggiare fuori stagione, quando le destinazioni sono meno sovraffollate e si può avere un impatto economico positivo per la continuità lavorativa di chi opera nel turismo.
Scegli se possibile un mezzo di trasporto poco inquinante, quindi evita il più possibile di utilizzare l’aereo o la nave (che emettono moltissima anidride carbonica!) se esiste un mezzo alternativo come il treno per raggiungere la tua destinazione
La scelta dell’alloggio ha un impatto importante sull’ambiente e sull’economia locale. Rivolgiti se possibile a strutture ricettive a proprietà locale, gestione familiare ecc..
Sembra banale ma non è così scontato! Prediligere siti e itinerari che davvero rispondano ai nostri gusti e interessi personali sarà sicuramente più soddisfacente e ci farà uscire dall’ottica del viaggio come check list di posti da spuntare
Viaggiare meno e per periodi più lunghi rende più fattibili modalità di turismo slow e consente di ammortizzare l’impatto ambientale del mezzo di trasporto che utilizziamo per spostarci
Scegliere guide locali, artigiani e piccole imprese del posto garantisce che i benefici economici del viaggio siano condivisi con la comunità
Quando il tempo a disposizione per un viaggio è limitato, anziché scegliere un week-end in aereo ad alto impatto ambientale opta per scoprire o riscoprire luoghi a te vicini
Ritornare più volte nello stesso luogo ti permette di instaurare un rapporto più profondo e rispettoso con il territorio e con le persone che lo abitano
Ruolo della guida
Le guide turistiche infatti possono svolgere il ruolo di agenti del cambiamento, incoraggiando i turisti ad adottare comportamenti più responsabili, promuovendo interazioni rispettose tra turisti e comunità ospitanti, aumentando la comprensione degli ecosistemi locali, delle culture e delle norme sociali attraverso una narrazione coinvolgente.
Inoltre, le guide turistiche possono incoraggiare i turisti a prendere decisioni di acquisto sostenibili dando risalto agli acquisti di prodotti locali e possono fornire ricche narrazioni non solo riguardo la storia e la cultura di una città ma anche sulle iniziative di sostenibilità di una destinazione.
NOTE:
- Corrado del Bo’ in https://www.ilpost.it/2024/07/21/turismo-responsabile-consigli/
- Ibidem
- Alex Giuzio, Turismo insostenibile, p. 156